Bardella

Maurizio Berselli "Bardella"

Organetti diatonici

Ho scoperto l’esistenza dell’organetto nel 1975 vedendolo a un concerto del Canzoniere della Val Nerina Ternana, organizzato a Modena dal Circolo “La Comune”. lo suonava un anziano signore, Pompilio Pileri. Pompilio era simpaticissimo, quando iniziava a suonare non smetteva più e per farlo finire bisognava dargli una pacca sulla spalla. Quella sera l'organetto mi ha colpito, mi piaceva lo strumento, mi piaceva il timbro e la voce, mi piaceva molto il saltarello. Naturalmente in quel periodo lo strumento era completamente sconosciuto nel nord-Italia e per saperne qualcosa di più nell'estate del 1977 sono andato direttamente a Polino a trovare i suonatori. Questi mi hanno indirizzato al primo costruttore che ho conosciuto, il Cav. Ianni di Giulianova, vicino a Teramo, e da lui ho comprato il mio primo organetto, un due bassi in Si. Non sapevo assolutamente nulla dello strumento, fino ad allora avevo strimpellato un pò la chitarra, conoscevo poco la musica, ma fortunatamente a Fiorano, un paese vicino a Modena, abitava un signore abruzzese di Teramo che suonava l'organetto e che mi era stato segnalato dal costruttore Ianni. Senza indugio l'ho conosciuto e dopo essere stato da lui diverse volte per vederlo e sentirlo suonare, ho iniziato a suonare anch'io. All'inizio è stata dura perché questo suonatore mi suonava il suo repertorio di saltarelli, polke, mazurche, valzer e canzonette (repertorio tipico del due bassi abruzzese) ma come insegnante non riusciva ad andare oltre al "si fa così" e non riusciva a spiegarmi quello che faceva. Così, con una attenta osservazione, ho cercato di imparare la tecnica dello strumento e con tanta pazienza, costanza e volontà ho cominciato a suonare da autodidatta, per imitazione, a orecchio, e pian piano, ho iniziato ad eseguire i miei primi pezzi (un saltarello abruzzese ed alcune musiche occitane francesi ascoltate su musicassette e dischi)”. Presa dimestichezza con lo strumento ho ampliato in seguito il repertorio con i balli staccati dell’appennino emiliano, facendo un grosso lavoro di trasposizione sull’organetto di queste musiche che allora erano suonate da violino, fisarmonica e clarino. Ho praticamente reintrodotto l’uso dell’organetto nell’esecuzione di queste musiche in quanto era precedentemente scomparso con l’avvento della fisarmonica. In seguito ho ampliato il mio repertorio con le musiche di balli provenienti da Italia ed estero. A partire dal 1984 ho iniziato a tenere corsi e stage sullo strumento, con l’intento di farlo conoscere e di diffonderne la pratica. Sono stato tra i fondatori dei due gruppi Orchestra Buonanotte Suonatori prima e Suonabanda poi. Con quest’ultimo continua tutt’ora l’attività musicale e di ballo.